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SEMINARI E WORKSHOP
SCUOLA DI FILOSOFIA
SUMMER SCHOOL

SEMINARI E WORKSHOP

Il fenomeno tantrico nell’India religiosa dalle origini alla fioritura non duale del Kāśmīr medievale.
Relatrice Gioia Lussana, autrice del volume “ La dea che scorre. La matrice femminile dello yoga tantrico” (OM ed.)
Progetto senza titolo(16)

Il seminario si propone di esplorare il tantrismo hindu e la sua espressione nella prassi yogica a partire dalla matrice originaria e tribale, incentrata sul culto della grande Dea nell’antico Assam. Evidenzieremo nella teoria e nella pratica yoga i significati salienti della rivoluzione tantrica e in che modo la sensorialità cosciente divenga ‘sapienza incarnata’ in cui la mente si dissolve nel gesto fisico, portatore di conoscenza. 

Il seminario è parte integrante dell’attività didattica del Master ma può essere frequentato anche da non iscritti con una tassa di iscrizione di € 90. Se ci si iscrive a più seminari la tassa scende a € 80. 

Per info ed iscrizioni: isur@libero.it; cell. 346/5006345. 

 

Gioia Lussana. Docente yoga (Y.A.N.I.) e formatrice di insegnanti yoga. Laureata cum laude in Indologia con R.Gnoli e R.Torella. Conduce corsi regolari di yoga a Roma con l’Università Popolare dello Sport. Co-fondatrice dell’A.ME.CO nel 1987 con Corrado Pensa, per oltre 20 anni ha approfondito la meditazione vipassanā con maestri del buddhismo contemporaneo. Dopo aver ascoltato dal vivo gli insegnamenti di J.Krishnamurti in Svizzera, ha potuto conoscere personalmente e lavorare con alcuni maestri indiani di impronta krishnamurtiana come R.P.Kaushik e Vimala Thakar. Ha ottenuto il Diploma intermediate, riconosciuto dall’Università di Pechino, nelle pratiche di Qi Gong del taoismo tradizionale cinese. Ha pubblicato saggi sullo yoga in riviste scientifiche (RSO) e divulgative. Nel 2015 ha conseguito il PhD presso l’Università Sapienza di Roma con una ricerca sullo yoga tantrico delle origini. Nel 2017 ha pubblicato il libro La Dea che scorre. La matrice femminile dello yoga tantrico, Om Edizioni. 

Antropologia della malattia e della cura tra Oriente e Occidente.
Docente prof. Giovanni Pizza (Università di Perugia – Scuola di Specializzazione in beni Demoetnoantropologici)
Progetto senza titolo(17)

Il corso affronterà un problema classico in Antropologia medica: la comparazione tra diverse culture della malattia e della cura. Fin dall’avvio sarà chiaro l’obiettivo critico primario: mostrare come nell’ottica teorica e di metodo delle antropologie contemporanee, sia la demarcazione tra Oriente e Occidente sia l’intreccio tra biologico e sociale si colgano nella reciproca osservazione, ponendosi su un piano storico e politico più ampio di quanto non sia circoscrivibile nell’analisi culturale comparata. In ragione delle teorie antropologiche della malattia e della salute come processi socio-politici, si affronteranno alcuni studi di caso inerenti la malattia e la medicina in Oriente. Facendo riferimento alla letteratura antropologica, storica e filosofico-politica più recente, si esaminerà la questione della Grande Partizione tra Oriente e Occidente dal versante della salute/malattia, ponendo particolare attenzione ai riflessi critici che investono i rispettivi sguardi scientifici e popolari. Temi come “poetiche e politiche della malattia in Oriente”, o “medicine popolari fra tradizione e modernità”, saranno confrontati con gli sviluppi teorici dell’antropologia delle istituzioni, dei sistemi e dei campi medici plurali, focalizzandosi in particolare sul Giappone, la Cina e l’India e sul confronto con l’Europa. Ripercorrendo come un continuum la relazione tra medicina, magia e religione, si ricostruirà lo sviluppo degli studi sociali della medicina che da tempo hanno decostruito la costellazione possessione-trance-estasi-sciamanismo-stregoneria, esaminando in chiave riflessiva gli sviluppi delle specifiche antropologie mediche orientali contemporanee, in particolare quelle incentrate sul tema delle politiche del corpo e della cura. L’esito atteso è l’acquisizione di una conoscenza comprata delle pratiche della malattia e della salute in Oriente, che faccia riferimento alle prospettive critiche emergenti dalla più recente pratica etnografica dell’antropologia medica. 

 

Il seminario è parte integrante dell’attività didattica del Master ma può essere frequentato anche da non iscritti con una tassa di iscrizione di € 80. Se ci si iscrive a più seminari la tassa scende a € 70.  

Per info ed iscrizioni: isur@libero.it ; cell. 346/5006345.

scuola di filosofia

Progetto senza titolo(18)

  La Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa, presso l’Istituto di Scienze dell’Uomo di Rimini, è oggi conosciuta come la Scuola di maggior prestigio nel confronto e dialogo del pensiero occidentale e orientale, nell’ambito filosofico e psicologico. In un mondo sempre più attraversato da fenomeni di globalizzazione e d’interazione tra culture, occorre aprirsi ad un mutamento di paradigma basato su un autentico dialogo tra popoli, religioni e modi di pensiero diversi. L’approccio interculturale nello studio delle discipline in oggetto, rifiuta l’idea che una sola cultura possa dar conto con i suoi parametri e categorie dell’infinità complessità del reale e dell’evoluzione del pensiero umano. Senza il dialogo, senza il superamento della presunta superiorità della cultura eurocentrica, senza l’ “ascolto imparativo” degli altri (come lo ha chiamato Raimon Panikkar) rimane solo “lo scontro delle civiltà”. L’obiettivo non è specialistico od archeologico: si è convinti che soltanto dalla divulgazione e da un’accessibile presentazione delle varie aree di ricerca si potrà stimolare la possibilità di un proficuo dialogo. Grande attenzione sarà anche rivolta a tutti i teorici che si siano distinti per la loro opera di promozione di una filosofia mondiale, al riparo dall’eurocentrismo e dall’esotismo: componenti che, purtroppo, da tempo ostacolano una seria disanima delle tematiche in questione. Non è superfluo osservare che nessuna tradizione o linea di pensiero verrà privilegiata a scapito di altre. Qualsiasi spirito settario o partigiano, nonché il dogmatismo sterile, sarà bandito per principio. 

Direzione: Luigi Alfieri, Mauro Bergonzi.

La Scuola ha il patrocinio dell’Università degli Studi di Urbino


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sUMMER SCHOOL

2020. Dal mito al simbolo
Online | 21-23 Agosto 2020
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Cos’è il mito? Cos’è il simbolo? Le connessioni tra l’ambito mitologico e quello simbolico sono continue, e così strette che è difficile separare i due emisferi. L’esame del nesso tra mitico e simbolico permetterà di mettere a fuoco tutta una serie di nodi che sono presenti anche nella nostra vita di tutti i giorni.

L’analisi procederà attraverso le discipline della letteratura comparata, dell’antropologia e della filologia.

Le lezioni giornaliere (5 ore in totale), si svolgeranno online dalle ore 9.30 alle 12.15 e dalle ore 15.30 alle 18.15. Il 23 agosto, al termine della lezione, è previsto un momento di discussione collettiva con tutti i docenti, dalle ore 18.15 alle 19.15.

 

Docenti: Carlo Maria Donà, Ezio Albrile.

 

Calendario 

Venerdì 21

09.30-10.45 Donà – La lingua del mito e la lingua del simbolo

11.00-12.15 Donà – Il serpente e i suoi miti

15.30-16.45 Albrile – Dal simbolo alle religioni misteriche

17.00-18.15 Albrile – Mondo misterico antico e cristianesimo  

Sabato 22

09.30-10.45 Albrile – L’anima e i mondi astrali

11.00-12.15 Albrile – Lo gnosticismo

15.30-16.45 Donà – La donna serpente

17.00-18.15 Donà – Il toro e la dea del toro  

Domenica 23

09.30-10.45 Donà – Il leone e il sole

11.00-12.15 Donà – I miti di sovranità

15.30-16.45 Albrile – Ermetismi 17.00-18.15 Albrile – Alchimie

18.15-19.15 Discussione conclusiva con i docenti

 

Costi. La partecipazione alla Summer School prevede un costo di iscrizione di €200 (€180 per i soci).

 

2019. Antropologia dello Sciamanismo. Teoria e Metodologia.
Verucchio | 28 Agosto-1 Settembre 2019
Progetto senza titolo(15)

Il programma proposto è il primo a livello europeo a trattare dal punto di vista metodologico e teorico, tematiche che negli ultimi anni sono diventate argomento di acceso dibattito in campo antropologico, filosofico e di scienze e storia delle religioni.

Il corso ha lo scopo di indagare il ruolo terapeutico, religioso e politico dello sciamanismo in diverse aree geografiche e culturali del pianeta. La peculiarità di ciò che viene definito con questo elusivo e spesso problematico termine, consiste nel fatto che specialisti religiosi con funzioni e modus operandi assai simili si rintracciano fin da tempi antichissimi in tutti i continenti. Che cosa è lo sciamanismo? Una religione? Un sistema terapeutico? E quale è attualmente la sua funzione dal momento che la maggior parte delle popolazioni con sistemi sciamanici si trovano a coabitare con altre culture e religioni –decisamente dominanti–all’interno di confini politici decisi dai risvolti di una storia di conquiste coloniali?Cosa ha reso possibile la sopravvivenza di questi complessi spesso perseguitati a causa della loro potenzialità sovvertitrice anche a livello politico? La figura dello sciamano per certi aspetti ricorda quella dell’eroe. Per quanto esseri umani –mai di natura né discendenza divina–gli sciamani sono viaggiatori dei Cieli e degli Inferi, cacciatori e guerrieri in grado di combattere persino contro divinità, qualora ciò sia necessario al fine di ristabilire il fragile e sensibile equilibrio cosmico. L’assenza di codici scritti, una differente percezione –non lineare–della storia e la sorprendente polisemia e creatività dello sciamanismo ne rendono possibile non solo la sopravvivenza, ma finanche l’espansione e in certi casi persino il rinvigorimento anche nell’attuale villaggio globale di questa epoca di comunicazione telematica.Nella pletora di offerte di scuole estive che propongono tematiche antropologiche, il programma proposto è il primo a livello europeo (se non mondiale), a trattare dal punto di vista metodologico e teorico, tematiche che negli ultimi anni sono diventate argomento di acceso dibattito in campo antropologico, filosofico e di scienze e storia delle religioni. Quale è la posizione del ricercatore? Quali gli strumenti più appropriati? Come rendere le nostre personali esperienze sul campo efficaci strumenti di ricerca, specie se in relazione a innovative tendenze teoriche in nuovi e affascinanti settori come per esempio quello definito “extra-ordinary anthropology”? Nell’ultimo decennio, in discipline sociali e umanistiche è evidente l’aumento della richiesta come anche la necessità di sperimentare nuovi strumenti metodologici, meno rigidi e convenzionali, maggiormente riflessivi e soprattutto più idonei alla comprensione e alla successiva descrizione dell’alterità.

A chi si rivolge? La scuola estiva è pensata per antropologi, scienziati sociali,culturali e delle religioni di tutti i livelli e le età ma è ugualmente aperta a studenti, docenti, operatori e mediatori culturali, interessati ad apprendere innovative tecniche di ricerca sul campo e teorie antropologiche. Non è richiesta nessuna particolare preparazione precedente.Sede delle lezioni: le lezioni si svolgeranno presso il museo archeologico di Verucchio.

 

2018. Teoria e Metodologia per la Ricerca sul Campo nello studio dell’ Invisibile.
Rimini | 5-9 Settembre 2018
Progetto senza titolo(14)

Il programma estivo -diretto da docenti e ricercatori universitari di fama internazionale, altamente qualificati e responsabili di ricerche antropologiche sul campo a lungo termine in Malesia, Nepal e India- si rivolge a studiosi (junior e senior) con particolare interesse per lo studio di sistemi religiosi e ontologici in cui sia particolarmente rilevante la sfera dell’Invisible. Tutte le culture sono popolate da agenti non visibili. Questi possono essere entità non umane, spiriti, divinità e fantasmi ma anche gas, radioattività, social media o la stessa economia di mercato. Bruno Latour nel suo studio intitolato “On the Modern Cult of Factish Gods” (2010. Durham, NC: Duke University Press), definisce regimi di invisibilità i complessi apparati/meccanismi di pratiche, mediatori, conoscenze e tecnologie che rendono appunto “visibile” l’invisibilità, dimostrando come gli agenti invisibili non debbano essere meramente intesi come costrutti sociali e teorici. Ma come affrontare scientificamente il mondo dell’invisibile? Quale è la posizione del ricercatore? Quali gli strumenti più appropriati? Come rendere le nostre personali esperienze sul campo efficaci strumenti di ricerca, specie se in relazione a innovative tendenze teoriche in nuovi e affascinanti settori come per esempio quello definito “extra-ordinary anthropology”? Nell’ultimo decennio, in discipline sociali e umanistiche è evidente l’aumento della richiesta come anche la necessità di sperimentare nuovi strumenti metodologici, meno rigidi e convenzionali, maggiormente riflessivi e soprattutto più idonei alla comprensione e alla successiva descrizione dell’alterità. Nella pletora di offerte di scuole estive che propongono tematiche antropologiche, il programma proposto è il primo a livello europeo (se non mondiale), a trattare dal punto di vista metodologico e teorico, tematiche che negli ultimi anni sono diventate argomento di acceso dibattito a livello teorico in campo antropologico, filosofico e di scienze e storia delle religioni. La scuola estiva, inizierà con una sezione dedicata all’apprendimento degli strumenti etnografici e al loro uso critico in relazione a ricerche in cui sia prevalente la presenza della Invisibilità, per proseguire con dibattiti, workshop ed esercitazioni che si terranno principalmente presso il Museo degli Sguardi (Rimini), un piccolo (ed esclusivo) gioiello che ospita una collezione di pezzi etnografici asiatici, oceanici e africani di estremo interesse. Durante la visita al museo i partecipanti si cimenteranno nella sperimentazione dell’incontro muto con oggetti rituali, che rappresentano -per le culture da cui provengono- testimonianze e “presenze” tangibili del mondo invisibile. La visita al Museo degli Sguardi ci permetterà inoltre di interrogarci sulla vita “extra-ordinaria” degli oggetti rituali, dandoci modo di partire dalla cultura materiale per poi passare al mondo dell’”immateriale/invisibile”, analizzando le reciproche implicazioni.

A chi si rivolge la summer school? La scuola estiva è pensata per antropologi, scienziati sociali, culturali e delle religioni di tutti i livelli e le età ma è ugualmente aperta a chiunque sia interessato/a ad apprendere innovative tecniche di ricerca sul campo e teorie in particolare relazione col mondo dell’Invisibile. Non è richiesta nessuna particolare preparazione precedente.

Docenti in ordine alfabetico:

Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Università Cà Foscari, Venezia Stefano Beggiora è ricercatore in Storia dell’India e docente di Etnografia dello Sciamanesimo e Letteratura Hindi presso l’Università Cà Foscari di Venezia. Appassionato di società e tradizioni orientali, sin dai primi anni ’90 si è specializzato nello studio dello sciamanismo e delle culture tribali d’India. Lavora nello stato dell’Odisha dal 1998, conducendo ricerche di taglio antropologico e attività di cooperazione allo sviluppo. Ha condotto inoltre studi in Assam, Arunachal Pradesh e in Mongolia. Dottore di Ricerca in Civiltà dell’India e dell’Asia Orientale, nel 2007 conduce un progetto di monitoraggio economico del Fondo Sociale Europeo a Mumbai relativo alle imprese italiane in India e ai comparti formativi universitari. Ha collaborato con moltissime università italiane, fra cui ‘La Sapienzà e ‘Tor Vergatà di Roma, la ‘Bicoccà di Milano, l’Università degli studi di Torino, Padova, Siena, Bergamo, L’Aquila, Bolzano, etc. All’estero rilevante la collaborazione con le università di Chester, Aarhus, Tartu, Cork dove è stato visiting professor per il 2014/15 e Vienna (Erasmus 2018). Coordinatore delle relazioni internazionali con l’India per l’Università Cà Foscari di Venezia, partecipa ad istituti di ricerca indiani quali l’Institute for Research on India & International Studies (IRIIS) e l’Indian Association of International Studies (IAIS), ed è responsabile degli accordi di scambio ed internship con università ed istituti del Subcontinente. Parte del comitato di redazione di numerosi journal e collane editoriali nazionali e internazionali (anche con incarichi di direzione) ha pubblicato un’ottantina di articoli scientifici su riviste specializzate. Fra le sue pubblicazioni si segnala: Sonum: spiriti della giungla. Lo sciamanismo delle tribù Saora dell’Orissa (Franco Angeli, Milano 2003); India e Nordest: il mercato del terzo Millennio (Cafoscarina Editrice, Venezia, 2009); Sacrifici umani e guerriglia nell’India britannica. Dal genocidio in nome della civiltà alla civiltà come genocidio, (Itinera Progetti, Vicenza, 2010); (ed.) Pralaya. La fine dei Tempi nelle tradizioni d’Oriente e d’Occidente (Novalogos, Aprilia, 2014), Mostri, spettri e demoni dell’Himalaya. Un’indagine etnografica fra mito e folklore (Meti Edizioni, Torino, 2016). Nel 2013 è invitato ufficialmente dal Governo Indiano a partecipare a una funzione presso il parlamento alla presenza del Presidente della Repubblica Pranab Mukherjee e successivamente premiato dall’Indian Council of World Affairs per un progetto di ricerca sul sommo poeta indiano Rabindranath Tagore.

Presidente ISARS (International Society for Academic Research on Shamanism), Panteio University of Social and Political Sciences, Atene Diana Riboli è docente presso il Dipartimento di Antropologia Sociale all’ Universitá di Scienze Politiche e Sociali Panteio (Atene, Grecia) e Presidente della International Society for Academic Research on Shamanism (ISARS, www.isars.org). Dottore di Ricerca in Scienze Etno-antropologiche (Università La Sapienza, Roma), da circa venticinque anni si occupa prevalentemente di sistemi terapeutici simbolico-religiosi presso popolazioni indigene del Nepal (Chepang) e della Malesia Peninsulare (Batek e Jahai). Le tematiche trattate nelle sue pubblicazioni riguardano in particolar modo la resistenza di culture autoctone -principalmente di carattere sciamanico- nei confronti di culture e religioni dominanti a livello locale e globale. Le aree teoriche coinvolte comprendono antropologia delle religioni, antropologia medica, antropologia della violenza e studi indigeni. Ha collaborato con moltissime università e centri di ricerca in vari continenti. Fra questi ricordiamo in Europa le università di Urbino, Milano “La Bicocca”, Roma “La Sapienza”, Cork (Irlanda), Tartu (Estonia); negli USA le università Harvard, Yale, Keene College; in Asia le università Fudan (China), Academia Sinica (Taiwan), University of Malaya (Malaysia). Tra le sue recenti pubblicazioni ricordiamo:“Non avrai altro dio all’infuori di me”. Timori e conflitti generati dalla predicazione cristiana fra i Chepang del Nepal (In Beggiora, Stefano (ed.), Mostri, Spettri e Demoni dell’Himalaya. Un’Indagine Etnografica fra Mito e Folklore, Meti Edizioni, 2016), Hazard, Risk and Fascination. Batek and Jahai Perceptions of Morality and Otherness in a Global World (In Endicott, K. (ed.), Malaysiàs ‘Original People’: Past, Present and Future of the Orang Asli Studies, NUS Publishers, Singapore University Press: 356-376, 2015). Consciousness and Indigenous Healing Systems. Between Indigenous Perceptions and Neuroscience (Nova Publisher, 2014), Shamanism and Violence. Power, Repression and Suffering in Indigenous Religious Conflicts, (co-editore Davide Torri, Ashgate, 2013), Tunsuriban. Shamanism in Central and Southern Nepal, (Mandala Book Point, 2000).

Segretario ISARS, Cluster of Excellence Asia-Europe, Università di Heidelberg Davide Torri si è laureato in Religioni e Filosofie dell´India (Relatore prof. G. Filippi) nel 1999, con una tesi sulla religione degli adivasi Lepcha (presenti nel distretto di Darjeeling in West Bengal e nello stato del Sikkim. Nel 2009 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in “Religioni, Filosofie e Teorie di Salvezza” presso il Dipartimento di Filosofia e Politica de L´Orientale di Napoli, con una tesi sulle interazioni tra sciamanismo e Buddhismo presso l´etnia Hyolmo del Nepal. Sempre nel 2009, ha tenuto un corso su “Religioni Estatiche in Asia Meridionale” presso la Facoltà di Studi Orientali (oggi Istituto Studi Orientali) de La Sapienza. Dall´Ottobre 2009 al Marzo 2012 ha insegnato Antropologia delle Religioni,
Introduzione allo Hinduismo, e Religioni dei Popoli Indigeni presso il Dipartimento di Studi Religiosi dell´Università di Chester (Gran Bretagna). Dal 2013 al 2017 ha svolto attività di ricerca presso il Cluster of Excellence Asia and Europe in a Global Context dell´Università di Heidelberg (Germania), dove ha tenuto diversi corsi (Religioni Himalayane, Religione e Violenza in Himalaya, Concenzioni dell´Aldilà in Himalaya, Rivolte religiose in Asia durante l´Epoca Coloniale, Sciamanismo e Buddhismo, etc. ). Attualmente è Käte Hamburger Kolleg Visiting Research Fellow presso il Centro di Studi Religiosi (CERES) della Ruhr-Universität di Bochum (Germania). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il Lama e il Bombo. Sciamanismo e Buddhismo tra gli Hyolmo del Nepal (2014), nella serie Sapienza  Sciamanica de L´Università di Roma La Sapienza, Shamanism and Violence. Power, Repression and Suffering in Indigenous Religious Conflicts, (curatore insieme a Diana Riboli, Ashgate, 2013). Attualmente sta lavorando ad una seconda monografia dal titolo Landscape, Ritual and Identity, in uscita per i tipi della Routledge. Ha pubblicato inoltre vari articoli su religioni e storia delle regioni himalayane.