Il Circolo Jacques Maritain nasce a Rimini nel 1963 per iniziativa di un gruppo di cattolici impegnati attorno ai temi sollevati dal dibattito conciliare e dalle encicliche di Papa Giovanni XXIII. In particolare l’attenzione è posta sull’impegno dei cristiani nella vita politica e sociale e sui temi etico-religiosi. Il circolo J. Maritain svolge in quegli anni un ruolo attivo nell’ambito di quel più vasto movimento denominato dei gruppi spontanei assieme a riviste come “Testimonianze” di Padre Ernesto Balducci e “Questitalia” di W. Dorigo.
Al centro del dibattito:
– il superamento della dottrina sociale della Chiesa;
– l’autonomia del cristiano nell’impegno politico e sociale;
– un’etica che abbia come riferimento lo sviluppo integrale dell’uomo.
L’impegno continua negli anni del dopo concilio sui temi del rinnovamento della Chiesa italiana:
– per una chiesa meno dogmatica e più aperta al dialogo interconfessionale;
– per una maggiore autonomia e responsabilizazzione del laicato cattolico nella costruzione della “città dell’uomo”;
– per un rinnovamento teologico che tenga conto dello sviluppo tecnico, scientifico e umanistico del ventesimo secolo.
Negli anni Settanta il Circolo J. Maritain prende parte attiva alle lotte sociali, politiche e civili di quegli anni, collocandosi in quel vasto movimento che nell’ambito del rinnovamento conciliare, va sotto il nome di “sinistra cristiana”. Il Circolo J. Maritain, diventa punto di riferimento cittadino e nazionale sia per il movimento delle “comunità di base” sia per quello dei “cristiani per il socialismo”.
La fine degli anni Settanta, assieme al tramonto della stagione dei “movimenti” porta con sé l’esigenza di non disperdere la ricchezza e il patrimonio di riflessione e di esperienze accumulatesi in quegli anni: nasce così il Centro di documentazione J. Maritain (1978). Parallelamente si fa strada la necessità, dopo la stagione dell’azione, di riprendere una riflessione totalmente laica sull’uomo e sugli uomini; nasce così nel 1980, il Centro Studi J. Maritain. Sono anni caratterizzati da un intenso fiorire di iniziative, di ricerche teoriche e sul campo nei diversi settori delle “scienze umane”: dalle scienze religiose alla filosofia, dalla sociologia alla psicologia ed alla antropologia.
Questo intenso lavoro conduce sul finire degli anni ottanta, nel 1987, alla nascita dell’Istituto di Scienze dell’Uomo. La nuova associazione già nella sua denominazione dichiara così di voler assumere nel suo progetto i temi e lo studio della ricerca sull’uomo non certo con l’assurda pretesa di ricostruire un discorso unitario ma bensì di decifrare con la serietà e il rigore della ricerca scientifica ciò che ci è dato conoscere.